Arte in Atrio

Da mercoledì 22 settembre la rassegna Arte in Atrio ospita, nella sede della Fondazione BPL, la mostra di Michela Grossi "Impronte Urbane". Fino al 17 novembre.

Arte in Atrio

A cura di Mario Quadraroli

Michela Grossi si dedica alla pittura e alla scultura dopo un lungo percorso di insegnamenti privati ricevuti dall’artista Adorea Oirav.

Gli studi tecnici hanno contribuito a formare una mentalità rigorosa che utilizza nella progettazione e realizzazione delle sue opere. Partecipa ad innumerevoli fiere d’arte contemporanea nazionali e internazionali, con continuità in collaborazione con la galleria Oldrado da Ponte di Lodi e Passepartout Gallery di Milano dal 2017, e insegna manipolazione nelle scuole primarie del Cremasco.

IMPRONTE URBANE

Lo sguardo è rivolto a un mondo fantastico e parallelo presente in luoghi apparentemente disabitati e inanimati come a suggerire di coltivare “il fanciullo” che è in noi, di cui scrisse Pascoli.
“Senza di lui, dandole per scontate, molte cose non le vedremmo…”.
Si intravedono giganti che si animano da superfici come l’asfalto, i tubi di rame, pareti scrostate di vecchi muri etc.
Utilizza forme stilizzate a cui aggiunge espressività attraverso colori e forme evocative.
I suoi lavori recenti, sono metafore, animali feriti che hanno imparato a combattere e a resistere alle difficoltà. Un inno alla tenacia.

Quella di Michela Grossi è “un’arte visionaria che trascende il mondo fisico per fornire una più ampia visione tra intelletto e cuore.
Non fatichiamo a trovare tracce indelebili di quell’arte visionaria che ci rimanda ai Surrealisti, soffermandosi con amore sulle fragilità umane, nel desiderio di fuga dal reale, di consapevolezze spirituali, sia spigolose quanto romantiche.” Fausto Lazzari

Seguendo le esperienze delle arti applicate negli ambiti urbani, le “Impronte” di Michela Grossi ci rimandano a determinati aspetti della struttura decorativa dei luoghi che incontra. Segnalando con marcature e fasce colorate, il suo utilizzo della ceramica diventa un elemento di “Urban design”, sottolineando l’affermarsi di questa particolare libertà di espressione e progettualità materica. Esempi estremamente interessanti di come si possa dare un valore aggiunto a un materiale, forse fino ad ora apprezzato più per ciò che ha prodotto nel passato che per quello che è ancora in grado di offrire all’arte di oggi; in continuità con il nostro presente, lungo un percorso che ha origini lontane e radici profonde, con quella terra che, plasmata, manipolata, cotta e decorata da abili mani, lascia un segno di cultura oltre che di bellezza. Mario Quadraroli