Arte in Atrio
Dal 5 ottobre la nuova mostra illustra la pluriennale ricerca dell’artista Andrea Alkin Reggioli nello sviluppo di un linguaggio visuale personale, basato sulla codifica di spartiti di batteria e in grado di interfacciarsi con altri linguaggi artistici, come la musica e la danza. Fino al 29 novembre.
a cura di Mario Quadraroli
Andrea Alkin Reggioli
Nato a Dobritč nel 1990, vive e lavora a Casalpusterlengo (LO). Si laurea in Arti Visive e Studi Curatoriali nel 2016 presso la Naba di Milano, con la tesi Forme e Suoni in Movimento. Già durante la carriera scolastica partecipa a collettive d’arte presso la Fabbrica del Vapore, Miart, Flash Art EVENT, La Triennale di Milano e realizza performance presso il campus NABA, DanceHaus di Susanna Beltrami, Teatro Elfo Puccini, Biennale di Venezia, Museo del Design 1880-1980.
Nel 2019 realizza e presenta in DanceHaus a Milano lo spettacolo di danza Fundamentals, apice della ricerca artistica. Nel 2022 inaugura la sua prima personale presso Casa Clizia a Piacenza.
Viaggio nella ricerca
La ricerca artistica nasce da una profonda crisi creativa. Andrea Alkin avverte la necessità di creare un linguaggio visivo personale, che interagisca con altri linguaggi, come la musica e la danza, al fine di rappresentare temi a lui cari, quali le forme di vita e la natura.
Dopo l’osservazione analitica degli oggetti reali, opera una riduzione ai minimi termini delle forme per definire gli elementi primari, le lettere dell’alfabeto del nuovo linguaggio.
Ma sono i codici scritti, come le partiture di batteria, ad affascinarlo davvero: linee, forme, dimensioni, configurazioni dimostrano un grande potenziale formale. Il codice musicale subisce una lunga serie di alterazioni con la formazione di forme visuali essenziali, inserite successivamente in strutture portanti, che conferiscono senso e ordine. La conservazione dei valori originari delle note consente di avviare la ricerca musicale.
Crea collegamenti e ponti tra le forme visuali per ottenere percorsi che converte in tracce musicali di tipo ritmico, fondamenta per lo sviluppo di melodie e colonne sonore originali. I percorsi diventano mappe coreutiche utilizzate dal coreografo per creare sequenze di danza, in una perfetta corrispondenza tra segno grafico, suono e movimento nella realizzazione di performance e spettacoli.