Arte in Atrio

Mercoledì 27 gennaio alle 17,30, all'interno delle rassegna "Arte in Atrio", presso la nostra sede di Via Polenghi Lombardo - Spazio Tiziano Zalli, sarà inaugurata la mostra di Luigi Bianchini. Fino al 17 aprile 2019

Arte in Atrio

a cura di Mario Quadraroli

Luigi Bianchini nasce l’11 agosto 1957. Da anni lavora sul tema dell’immagine e della sua percezione. Al suo attivo ha numerose esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero e molteplici riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali. Si occupa anche di restauro pittorico e scultoreo.

Attualmente è impegnato in una ricerca su materie e materiali, cambiando le regole del gioco della propria produzione.

Tra le più recenti mostre si segnalano la partecipazione alla collettiva Oltre il segno – Satura Art Gallery di Genova, alla Triennale di Roma – Gran Finale – Biblioteca Nazionale, a diverse edizioni di PaviArt , mostra internazionale di arte contemporanea a Pavia, alla XX edizione di Naturarte presso Bipielle Arte a Lodi e alla collettiva Tracce di luce sul volto della città, presso la Galleria Previtali di Milano.

Nel 2014 ha partecipato alla Triennale di Roma Padiglione Gold, Università La Sapienza e nel 2015 era presente al Padiglione del Guatemala – 56° Biennale di Venezia. Tra altre importanti mostre personali dei decenni scorsi si segnala inoltre l’esposizione del 1995 presso il Parlamento Europeo di Strasburgo.

Commento critico alla mostra

In un certo senso abbandona il “valore culturale” dell’arte per il “valore espositivo” che finalmente libera con la sperimentazione di nuovi materiali. L’esperienza estetica è vissuta non come feticistica e “specializzata”, ma come fenomeno legato ad una continua evoluzione che da un lato decreta il “fallimento” dell’artista, dall’altro gli assegna un compito dialettico e d’interprete di ciò che è latente.

Claudio Ghidoni

Luigi Bianchini svela l’armonia matematica nel rapporto con la materia, una materia stropicciata, increspata, usata come elemento essenziale della grammatica compositiva.

L’estrema semplificazione porta all’assorbimento quasi totale dei colori in una scala che lascia però presagire le infinite possibilità dei semitoni.

Flavia Motolese

Nelle sue opere si nota una profondità assoluta dell’Io, una volontà di anteporre il soggetto del sentire a qualsivoglia retaggio storico, fisico o strutturale. La rivendicazione di tale libertà consiste in una raggiunta emancipazione dai fantasmi dei concetti e delle categorie predefinite Tale atteggiamento, tipico di artisti determinati e coscienti, trova nell’estetica paradisiaca il suo mezzo migliore di espressione, poiché detto stadio appare raggiunto a seguito di una elevazione spirituale, di una evoluzione di vari livelli dell’essere.

Daniele Radini Tedeschi