Arte in Atrio
Mercoledì 17 novembre, nella sede della Fondazione BPL, prende il via una nuova edizione della rassegna Arte in Atrio, con la mostra “Come un libro aperto. Ritratti di scrittori tra otto e novecento” di Miriam Tritto. Fino al 12 gennaio 2022.
A cura di Mario Quadraroli
MIRIAM TRITTO
Nata in provincia di Pavia nel 1984, si laurea in Storia dell’arte all’Università degli Studi di Milano, con una tesi in Estetica, e in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, con una tesi sull’utopia di Cyrano de Bergerac. Approfondisce lo studio della filosofia in ambito universitario e si dedica per sette anni allo studio dell’arpa e della musica presso il Conservatorio F. Vittadini di Pavia. Inizia l’attività artistica nell’ambito della decorazione di spazi pubblici e privati, partecipando inoltre alla 54a Biennale di Venezia, Padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi, con un progetto accademico di tecnica dell’affresco. Si specializza poi in Progettare l’illustrazione presso lo IED di Milano. Alle illustrazioni per libri e riviste affianca l’attività espositiva indipendente e in collaborazione con alcune importanti gallerie di arte figurativa. Predilige le tecniche tradizionali e indaga l’ambito del simbolo e dell’immaginario surrealista, mantenendo sempre un forte legame con il mondo letterario.
COME UN LIBRO APERTO. RITRATTI DI SCRITTORI TRA OTTO E NOVECENTO
I volti presenti in mostra sono ritratti a grafite che conducono lo spettatore nel mondo letterario degli scrittori che l’artista ha amato leggere, alcuni dei quali esplosi in un grande formato su idea di Andrea Kerbaker, scrittore, bibliofilo e fondatore della Kasa dei libri di Milano. Ogni autore è accompagnato dalla rappresentazione grafica di uno dei suoi testi e non sempre si tratta dei classici più conosciuti. La scelta formale ed estetica alla base dei disegni è ispirata alle sculture di libri e alla pratica dei folded books (libri le cui pagine vengono piegate “ad arte” per formare un motivo decorativo) che tramuta il testo in un’immagine emblematica. Alle volte sono frammenti di narrazione, altre volte ambientazioni e simboli come la cattedrale di Notre-Dame di Parigi per Victor Hugo e l’Orient Express per Agatha Christie, o personaggi di carta che fuoriescono dalle pagine come il Frankenstein di Mary Shelley, o pagine che diventano costumi, corpetti e stoffe illustrate. Si aprono così visioni molto vivide, rese tramite un minuzioso chiaroscuro che favorisce l’inganno ottico. Miriam Tritto opera da diverso tempo nell’ambito dell’arte figurativa, in particolar modo nella direzione di una interpretazione simbolica e surreale della realtà e della figura umana, declinando i suoi cicli pittorici con la tecnica della grafite e carboncino. Guardare questi ritratti è come immergersi nella lettura: “I libri sono come finestre sulle visioni degli scrittori” dichiara l’artista, da qui l’idea dei libri aperti. Trovarsi faccia a faccia con alcuni degli scrittori più amati e letti è un’occasione anche per riassaporare – in modo diverso – il gusto di classici intramontabili. Questo progetto espositivo è anche confluito in un libro edito da Hop! Edizioni, con venti interviste immaginarie scritte dalla stessa autrice dei ritratti e abbinate alle immagini.