Arte in Atrio – Antropocenecontro
Mercoledì 18 settembre alle 17,30, all'interno delle rassegna "Arte in Atrio", presso la nostra sede di Via Polenghi Lombardo - Spazio Tiziano Zalli, sarà inaugurata la mostra di Daniela Gorla "Antropocenecontro. La persistenza della Grande Madre". Fino al 30 ottobre 2019
Daniela Gorla recupera frammenti vegetali, segni della natura dai quali fa emergere un linguaggio rinnovato, pieno di simboli, intensi colori e valori antropologici. La sua ricerca artistica mette in dialogo la bellezza e la sacralità insite nella natura: le installazioni di grandi dimensioni realizzate con materiali vegetali autoctoni, evidenziano ciò che rimane delle biodiversità nei luoghi dei suoi interventi, a difesa dell’ambiente. E’ laureata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Insegna Discipline Pittoriche e Grafiche presso il Liceo Artistico Statale di Cremona Antonio Stradivari. E’ stata invitata a presentare il proprio progetto artistico al Convegno ‘Arte e Bellezza’ ad Expo 2015, presso il Padiglione Italia, Milano. Nel 2017 è stata invitata presso il PAN, Palazzo delle Arti di Napoli all’Happy Earth Days, Festival delle Arti per la Terra dall’associazione TANA, in rete con il Museo Madre di Napoli. Ha partecipato, nel 2017 e nel 2019, al Festival d’arte multiculturale 48 Stunden Neukölln di Berlino. Di recente alcuni suoi lavori in digitale, sul tema della natura, fanno parte del Progetto Zagreb Full Color 19, un gruppo di artisti urbani a Zagabria, Croazia. Collabora con ‘Naturarte’ di Lodi, il Movimento AmmA – Fondazione Umanitaria di Milano e il Museo Arte Franca, Depuratore di Milano, Nosedo. E’ ambasciatrice per il progetto Rebirth/Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, Cittadellarte di Biella.
Antropocenecontro
la persistenza della Grande Madre
“Il ciclo delle Grandi Madri permane costantemente nella mia produzione. Gli studi a carbone, in particolare, evidenziano empatie, idee e progetti nati osservando la natura e dialogando con essa.
E’ la terra ad offrire morfologicamente, nelle sue generose lacerazioni, strutture arcaiche, antropologiche, Venus di primordiale memoria accoglienti ma riflessive o lacerate e a ricordare all’uomo quanto l’antropocene sia lontano dalla realtà universale che accomuna tutti gli abitanti, viventi e non, del pianeta Terra.
Importanti nella complessità del fiume della vita quanto gli esseri umani, gli animali, gli alberi, le pietre e l’acqua, pieni di lontana memoria, vengono sintetizzati, nei disegni e nelle installazioni in Natura, dal simbolo della Grande Madre. Le tracce gestuali a carbone urlano silenziosamente, nello spazio bianco della carta o colmo di parole insensate, come l’uomo non sia sempre degno e capace di gestire il grande patrimonio naturale che gli è stato donato.
Grandi Madri: cicatrici o lembi di terra, forme biodiverse che appaiono dove gli elementi naturali dialogano tra loro o dove l’uomo vìola pesantemente i territori che occupa. Documentazione. Denuncia poetica. Antropocenecontro.” Daniela Gorla