LA TERRA DEI TRE FIUMI. Il Lodigiano tra Adda Po e Lambro
La Fondazione Banca Popolare di Lodi annuncia la pubblicazione del decimo volume della collana dedicata ai tesori del Lodigiano. "LA TERRA DEI TRE FIUMI. Il Lodigiano tra Adda Po e Lambro", di Ferruccio Pallavera (testi) e Antonio Mazza (foto)
La Fondazione Banca Popolare di Lodi presenta La Terra dei tre fiumi. Il Lodigiano tra Adda Po e Lambro, decimo volume della collana dedicata ai tesori del Lodigiano pubblicato da Bolis Edizioni. Il volume, curato da Ferruccio Pallavera, autore dei testi, e da Antonio Mazza, cui si deve la sezione relativa alle immagini, descrive come i tre fiumi Adda, Lambro e Po che attraversano il Lodigiano ne abbiano segnato la storia, il territorio e la vita delle comunità che nei secoli qui hanno vissuto e lavorato.
Come spiega Ferruccio Pallavera, parlando del contenuto, «Il volume per la prima volta esamina i tre fiumi del Lodigiano da aspetti particolari. Dalla presenza delle paludi che caratterizzavano le terre golenali alle bonifiche dei benedettini prima e dei cistercensi poi, dal tipo di imbarcazioni utilizzate sull’Adda e sul Po alla qualità delle merci trasportate, dalle battaglie navali che caratterizzarono il Quattrocento alle eterne lotte tra Lodi e Milano per controllare i traffici fluviali e imporre così tasse e balzelli». «Sono stati individuati tutti i ponti vecchi e nuovi che permettevano il passaggio sul Po, sull’Adda e sul Lambro, prima quelli di barche e poi in muratura, e la localizzazione dei traghetti. E – prosegue Pallavera – non manca l’elenco preciso delle alluvioni, alcune delle quali così terribili che spazzarono via interi paesi, abbatterono i campanili delle chiese e scoperchiarono le tombe dei cimiteri. E i continui, e talvolta inutili, rafforzamenti degli argini, i bruschi cambiamenti di corso dei fiumi e il Lambro che nel medioevo non si gettava nel Po a Orio Litta, ma tra Corno Giovine e Santo Stefano al Corno. In chiusura – ricorda l’autore – un ampio riferimento ai mestieri fluviali e all’elencazione dei santi e dei martiri invocati dai pescatori e dai cavatori di ghiaia, con le chiese e i santuari del territorio legati all’acqua».
Un testo molto ricco di notizie storiche, geografiche e socio-economiche che, ben documentate da Pallavera, restituiscono un racconto completo, inedito e di grande interesse del Lodigiano.
Naturalmente l’apparato iconografico è un elemento altrettanto fondamentale di questo volume. E il lavoro di Antonio Mazza, l’autore delle fotografie che raccontano insieme ai testi la Terra dei Tre Fiumi, riesce conferire alla narrazione una vastità e un respiro davvero ampi. Una tridimensionalità autentica che permette al lettore ora di immergersi ora di abbracciare con lo sguardo un territorio unico per varietà e bellezza. Lo stesso Mazza spiega con quali mezzi pratici e ideativi ha raggiunto questo risultato della sua continua indagine del Lodigiano: «Grazie all’uso del drone e della bicicletta elettrica, ho potuto esplorare tratti, anse, morte e canali dei nostri fiumi come, credo, mai nessuno prima. Questo mi ha offerto l’occasione di scattare tantissime foto delle quali solo una parte hanno potuto trovare spazio nel libro». Non solo immagini: il fotografo lodigiano si è fatto guidare anche da altre suggestioni: «Come musica di sottofondo del breve filmato di presentazione che propongo sui social – spiega Mazza – ho scelto il celebre “Va’ pensiero” dal Nabucco Verdi: sia perché celebra come nessun’altra musica la terra natia e la patria, ma soprattutto perché è stato uno dei canti del Risorgimento: cosa c’è di più bisogno in questo momento se non cercare di risorgere da questa situazione»? «In particolare – conclude Mazza – mi piace ricordare il verso che recita: “O t’ispiri il Signore un concento – Che ne infonda al patire virtù”: il Signore c’ispiri una musica che sappia farci reagire alla sofferenza».
Il ricchissimo materiale fotografico che non ha trovato spazio nel volume sarà messo a disposizione sui canali social di Antonio Mazza.
La bontà dell’operazione editoriale, non solo di “Terra dei tre fiumi”, ma in generale della collana pubblicata in collaborazione con la Fondazione Bpl, è messa in luce Cesare Longhi, Presidente di Bolis Edizioni, secondo il quale: «’Pensare globalmente agire localmente’ è una delle più felici espressioni degli ultimi anni. Pensare globalmente significa considerare che nessun “territorio” è ormai (ma lo è davvero mai stato?) autonomo rispetto a quelli che lo circondano e che ogni azione va pensata in considerazione dei suoi effetti di lunga durata. Agire localmente – prosegue Longhi – significa operare coerentemente alle specificità ambientali e storiche di ogni singolo territorio, e questo implica ‘conoscenza’». E, conclude Longhi, «la collana di libri promossa dalla Fondazione BPL trova fondamento proprio in questo: fornire uno strumento di conoscenza, comprensibile ed estremamente fruibile per tutti, come necessario fondamento per azioni “locali” che permettano di tenere, in maniera lungimirante, conto della globalità del sistema in cui oggi viviamo, senza per questo snaturare e sopraffare l’anima, unica e peculiare, del territorio lodigiano».
Nella sintesi di Guido Duccio Castellotti, Presidente della Fondazione Banca Popolare di Lodi, l’obiettivo di questo volume, che lo accomuna agli altri sinora pubblicati, è quello di «tenere in vita la memoria di luoghi, saperi e pensieri tramandatisi di generazione in generazione fino a noi, rischiano oggi di sbiadirsi sempre di più, privandoci di un patrimonio comune che non solo ci rende più ricchi, ma contribuisce anche a definire la nostra identità». «Per questo – prosegue Castellotti – è davvero con grande soddisfazione che abbiamo deciso di offire al pubblico La Terra dei Tre Fiumi: un libro che parla dell’acqua – “umile e preziosa” la definiva San Francesco – che è un bene necessario per la vita stessa di noi tutti».
«L’acqua e i fiumi sono un dono inestimabile per la nostra terra lodigiana. Un dono che va preservato e difeso attraverso un incessante e sempre rinnovato impegno: a favore dell’ambiente e del rispetto della biodiversità».