Antonio Mazza. Storia Professionale di un fotografo
Dall’1 al 25 aprile 2022 la Fondazione BPL ospita nella sala espositiva Bipielle Arte la mostra "ANTONIO MAZZA. STORIA PROFESSIONALE DI UN FOTOGRAFO. Opere dal 1980 al 2022"
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a cura di Walter Pazzaia ed Enrico Prada
La mostra, che avrebbe dovuto essere presentata nel 2020 per i quarant’anni della sua storia professionale, e rinviata a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, propone i diversi momenti del suo percorso artistico. Il progetto grafico e l’allestimento dell’esposizione sono curati da Walter Pazzaia e da Enrico Prada. I testi di sala sono di Enrico Prada.
«Antonio Mazza, fotografo dalla tecnica e sensibilità raffinatissime, sperimentatore curioso e creativo» scrive Enrico Prada «con questa mostra allo spazio Bipielle Arte di Lodi non solo presenta quaranta anni (più due) di attività professionale e inventiva, ma celebra anche (e soprattutto) uno sguardo creativo lungo quaranta anni. Uno sguardo che ha saputo allargare il mondo con le sue stupefacenti visioni di particolari dilatati. Uno sguardo che ha scovato un ritmo originalissimo dentro alle cose ritratte».
«La collaborazione decennale con Antonio Mazza per la realizzazione dell’apparato fotografico della nostra collana di volumi dedicati al territorio» sottolinea il presidente della Fondazione Banca Popolare di Lodi Duccio Castellotti «ha permesso alla Fondazione, anche attraverso le suggestive e coinvolgenti immagini proposte, di valorizzare le ricchezze artistiche, storiche, culturali e naturali che il Lodigiano offre».
La mostra diventa anche un’occasione per trasformare un momento culturale in una raccolta fondi per un progetto che la Fondazione Banca Popolare di Lodi sostiene da diversi anni. «Questa mostra è per me una grande opportunità di condividere con il pubblico e con la mia città una passione che ho avuto la fortuna, ma anche la volontà e la tenacia, di trasformare in professione», dichiara Antonio Mazza «e ho voluto accogliere l’invito della Fondazione Banca Popolare di Lodi di devolvere metà del ricavato dalla vendita delle opere in mostra a “Progetto Vita Lodi”, un importante programma volto a ridurre la mortalità causata da arresto cardiaco e a sensibilizzare sul fatto che le tecniche di base di rianimazione cardio-polmonare diventino un bagaglio di conoscenza comune e diffusa».
La mostra, a ingresso gratuito, rimarrà aperta al pubblico con orario feriale e festivo il giovedì e il venerdì dalle 16 alle 19, il sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. La sala rimarrà chiusa domenica 17 aprile, giorno di Pasqua, mentre sarà aperta lunedì 25 aprile, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 .
Presso il bookshop in sala è disponibile il catalogo della mostra.
Uno sguardo lungo quaranta anni
di Enrico Prada
Con cosa fotografi?
Con lo sguardo.
Guardare. Gesto potente e ricchissimo di cui siamo scarsamente consapevoli. Eppure, gran parte della nostra conoscenza transita da lì, dallo sguardo.
Guardare, gesto potente che regge tutto l’atto fotografico.
Guardare: gesto che in fotografia ha assunto carattere creativo, perché ha spazzato via – nella produzione delle immagini – secoli di perizia affidata alle mani (pittura, scultura) e ha posto al centro della creazione lo sguardo, riducendo il ruolo della mano alla sola presenza di un dito che si limita a schiacciare un bottone: clic.
Guardare. Gesto che richiede decisioni.
Infatti, con lo sguardo io decido quanto è ampio il mio orizzonte. Per esempio: posso camminare guardando solo i miei piedi oppure posso camminare guardando il sentiero e gli alberi e i campi e, magari, anche il cielo e le nuvole. In altre parole: io decido quanto grande è il mondo in quel momento davanti al mio sguardo.
Oppure, io decido la velocità del mio sguardo, cioè: decido per quanto tempo mi soffermo sulle cose (o su alcuni aspetti delle cose) e dedico loro attenzione. Lo sguardo (consapevole) mi permette di fissare il ritmo che il mondo assume davanti al mio guardare.
Tutto questo per dire che Antonio Mazza – fotografo dalla tecnica e sensibilità raffinatissime, sperimentatore curioso e creativo – con questa mostra allo spazio Bipielle Arte di Lodi non solo presenta quaranta anni (più due) di attività professionale e inventiva, ma celebra anche (e soprattutto) uno sguardo creativo lungo quaranta anni. Uno sguardo che ha saputo allargare il mondo con le sue stupefacenti visioni di particolari dilatati. Uno sguardo che ha scovato un ritmo originalissimo dentro alle cose ritratte.
Ecco, se il nostro sguardo quotidiano è – detto in termini musicali – un prestissimo, cioè uno sguardo nevrotico, che non sa posarsi mai a lungo sulle cose, lo sguardo di Antonio è un largo, un adagio con sentimento, perché si ferma, si stende sulle cose e resta in un ascolto meravigliato. Insomma, uno sguardo che ha saputo creare una nuova vastità, facendo emergere il mistero, l’inatteso nascosto perché ignorato dalla fretta e dall’abitudine.