Franco Razzini

In occasione dei cinquant'anni di carriera del fotografo lodigiano Franco Razzini, viene presentata una retrospettiva che raccoglie oltre 250 scatti in bianco e nero del decennio 1965-1975, e una proiezione di immagini che ripercorre gli anni prolifici della sua attività, dal 1965 fino al 2015.

RazziniFranco Razzini
Cinquanta 1965 -2015
Mezzo secolo di fotografia  
Immagini dal 1965 al 1975
 
dal 4 al 28 marzo 2016
Bipielle Arte – via Polenghi Lombardo – Lodi

inaugurazione venerdì 4 marzo alle ore 18

 

Nato a Lodi nel 1930, Franco Razzini partecipa dagli anni Sessanta a mostre e concorsi internazionali di fotografia, ottenendo numerosi riconoscimenti. Nella sua città è stato cofondatore, nel 1970, del Fotoclub Barbarossa.
Nel 1977 la Fédération Internationale de l’Art Photographique lo ha insignito della prestigiosa onorificenza E.F.I.A.P (Excellence de la Fédération Internationale de I’Art Photographique).
Nel 1998, al Gran Premio del Cinquantenario della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, tenutosi a Ivrea, ha vinto il primo premio per le sezioni bianco e nero e reportage. Ventidue scatti del suo ciclo dedicato alla Stazione Centrale di Milano sono stati acquisiti nel 2015 dalla Keith De Lellis Gallery di New York, dove Razzini figura insieme ai grandi fotografi del secolo scorso.
Tra i suoi libri per immagini vi sono “Adda, fiume dell’uomo” (1975); “Lodi tra el punt de fer e ‘l punt de Ada’” (1978); “Lodi, una piazza” (1982) e i tre volumi di “Aprite le porte… che passano …che passano, i Ludesan” (2008).
Le sue fotografie sono visibili in importanti riviste e raccolte del settore.
 

Scrive Marina Arensi  nella presentazione della mostra: “Oltre 200 immagini celebrano in questa mostra i cinquant’anni di una passione divenuta arte, focalizzando la storia di Franco Razzini sul decennio dal 1965 al 1975 da lui riconosciuto come il maggiormente rappresentativo della sua poetica. L’indagine viene poi estesa alla produzione degli anni successivi, nel video che accompagna la rassegna.
Raggruppate in aree  tematiche, le fotografie sono introdotte da una sezione che enuncia la personalità stilistica dell’autore, anticipando i contenuti del percorso: una cinquantina di scatti dalla stampa datata, eseguita direttamente da Razzini.
L’itinerario sviluppa poi i temi che hanno fotografato momenti di vita, nel tempo ora divenuto ricordo intessuto di brani lodigiani con l’Adda e i cascinali, gli agricoltori e le nevicate, le vie del centro e la piazza con i suoi personaggi. Figure archetipe di un nostrano amarcord raccontano ciascuna una storia, e nel loro avvicendarsi sullo sfondo dei luoghi e dei giorni scorrono i mutamenti di un’epoca. E’ sempre l’uomo il protagonista del viaggio di Razzini, nel mondo in bianco e nero catturato in analogico che nell’era dell’immagine manipolata resta quello di un “purista” della fotografia.
La vita catturata dall’obiettivo percorre poi altre realtà, riaffermando il collocarsi   della poetica del lodigiano nel solco tracciato dai grandi maestri del Novecento: nel suo occhio fotografico, nella capacità   di accordare nel tempo di un “clic” istintività e sapienza   tecnica, c’è l’emozione dell’attimo decisivo di bressoniana memoria.”

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