Homo Sum

Dal 10 giugno al 3 luglio Mario Benedetto esprime, nella mostra curata da Vera Agosti, la sua necessità intima e insopprimibile di comunicare attraverso il colore, il gesto, la linea, la composizione, per una narrazione pittorica dal grande impatto emotivo.

Homo Sum

Il titolo scelto per la mostra, “Homo Sum”, richiama alla memoria la celebre massima latina che tradotta recita all’incirca: “Sono un uomo e nulla di ciò che è umano ritengo a me estraneo” e fissa l’umanità stessa sia come programma, sia come esito espressivo finale dell’artista.
Umanità tuttavia mai astratta, ma colta sempre nelle sue particolari manifestazioni concrete: donne, uomini, giovani o vecchi, noti o ignoti, con le loro vite che s’intrecciano con altre vite e che sono costanti crocevia di relazioni, storie, luoghi, desideri, pensieri, oggetti, sogni, felicità e delusioni. Un universo difficile da ricondurre a una sintesi univoca e per questo decifrabile soltanto in ottica, appunto, umana.
Un punto di vista, o punti di vista, che Mario Benedetto cerca di assumere volta per volta, ancorandosi da un lato all’espressione figurativa, in senso ampio, dall’altro rimanendo libero di riflettere le qualità cangianti di questo mondo attraverso l’utilizzo di una grande varietà di mezzi espressivi, di materiali e di temi. Infatti, sebbene la raccolta “Homo Sum” sia composta principalmente da oli su tela, taluni di grandi dimensioni, intercalati da disegni a tecnica mista, incisioni e alcuni Accept-Paintings, ossia collages in cui si combinano grafica, disegno, pittura e fotografia, l’opera complessiva del nostro autore mostra come le sue capacità tecniche e narrative siano sempre sicure e spontanee, nelle due dimensioni della pittura e nelle tre della scultura, e gli permettano di cogliere i momenti di umanità nel loro vivo formarsi.
L’interesse di Mario Benedetto per l’umanità, libero ed esteso, trova infine un importante riferimento nello stretto vincolo mantenuto nel tempo con la sua natia Calabria: non soltanto con l’orizzonte dei luoghi e dei paesaggi familiari, ma soprattutto con la totalità di valori, vicende ed esistenze distintive che definiscono autenticamente un territorio.
L’idea di territorio che emerge dalla poetica di Mario Benedetto è un elemento di grande affinità che abbiamo riconosciuto e che, insieme alla sua profondità ed efficacia espressiva, ci ha incoraggiato ad accogliere le opere di “Homo sum” negli spazi della Fondazione Banca Popolare di Lodi e a contribuire alla conoscenza del loro autore presso un pubblico sempre più vasto.

Guido Duccio Castellotti
Presidente Fondazione Banca Popolare di Lodi

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