I codici dell’immaginario
Dall'11 luglio al 15 settembre la Fondazione Banca Popolare di Lodi ospita in Bipielle Arte la mostra "Roberto Fenocchi. I codici dell'immaginario". Inaugurazione giovedì 11 luglio alle 17, con la presentazione di Amedeo Anelli
Roberto Fenocchi nasce a Villavesco l’8 febbraio 1954. Disegna fin da bambino e cresce da autodidatta, approfondendo di sua iniziativa la conoscenza dell’arte figurativa. Tra il 1976 e il 1977 frequenta un corso libero di disegno all’Accademia Cimabue di Milano, tenuto dal professor L. Bergonzi e dal 1977 al 1981 presso la sede della Scuola d’Arte Applicata all’Industria del Castello Sforzesco partecipa ai corsi di nudo del professor T. Grigioni e a quelli di incisione e litografia del prof. L. Timoncini.
Scrive Amedeo Anelli nella presentazione della mostra: «I rapporti fra valori plastici, fra scultura e pittura, fra una pittura che guadagna la terza dimensione, si pensi ai tagli o ai buchi di Lucio Fontana, e una scultura frontale, si pensi a Piero Consagra, risalgono alle avanguardie storiche, per tutti si vedano i rilievi e i contro-rilievi di Vladimir Evgrafovič Tatlin, ed anche Roberto Fenocchi coi suoi “legni e legnetti” e con la scultura-radice objet trouvè, matrice sottoposta a rotazioni e permutazioni di molti suoi dipinti bidimensionali, si muove lungo queste tradizioni di morfo-genesi.
Ma nelle opere qui esposte di Fenocchi il processo va in ordine inverso: un modello di ordine plastico, un panneggio variamente atteggiato con il suo “portamento”, le sue cadute di luce-ombra viene trasferito sulla tela, immagine di una immagine attraverso il filtro della sensibilità dell’autore e nel suo isolamento spaziale. Ciò costituisce un emblema, una presenza totemica, una presenza araldica, un ultracorpo, una sintesi coloristica e simbolica di un mondo diverso ed altro, una vera presenza rappresentativa e presentativa che interroga e fissa memoria e sensibilità.
Una pittura di linea, disegno e masse questa di Fenocchi, una codificazione visiva sobria e controllata, architettonicamente equilibrata che gioca con la nostra capacità percettiva e immaginativa e con figure che si danno nella bidimensionalità pittorica in permutazioni di forme.
Nel Secondo Novecento, con altri esiti, questa traiettoria è stata seguita anche dai drappi di Umberto Mariani (1936), che ha esposto negli anni ’80 del secolo scorso a Lodi alla Galleria il Gelso.
Ma contrariamente a Fenocchi, i cui esiti si dipanano in un rapporto stretto fra figura-sfondo, quelli di Mariani sono più “pop”, giocati sul monocromo, spesso squillante di colore, mentre la pittura di Fenocchi è più distesa, giocata sulla modulazione della linea, sugli effetti di massa, meno attento alla “plissettatura” del tessuto e più al temperamento luminoso del quadro.
In breve più vicino alla grande tradizione tonale della pittura italiana».
La mostra sarà aperta dall’11 luglio al 15 settembre 2024 con i seguenti orari: giovedì e venerdì 16-19; sabato e domenica 10-13 e 16-19
dal 29 luglio al 4 settembre la sala sarà aperta solo su prenotazione al numero 339 7284093